Trattamento di un bambino autistico

 

 

Oggi, nella giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, vi parlo di un trattamento fatto con un bambino autistico; mi è stato inviato da un amico logopedista per valutare se potevo fare qualcosa per lui. La madre al telefono mi riferisce che Marco ora ha 10 anni e oltre ai “classici” problemi di relazione, fa fatica a parlare, ma per questo sta già lavorando con la logopedia, soffre di enuresi notturna e presenta anche una scarsa forza muscolare (ipotonico).

È proprio per tale motivo che si rivolge a me, le varie sedute con fisioterapisti hanno dato scarsi risultati anche per via anche della poca collaborazione da parte del figlio. 

Le chiedo di darmi il tempo di pensarci, non è una situazione semplice, avevo già lavorato in precedenza con bambini/e con ADHD e DOP ma mai su un bimbo autistico. Mi consulto con gli amici del gruppo permanente di approfondimento della medicina cinese e mi suggeriscono di trattare il tutto come una “difficoltà di passaggio al secondo Po”, ossia come se il bambino fosse ancora ancorato alla propria infanzia e non “volesse crescere” accettando passivamente le proprie debolezze, la dipendenza dagli altri, l’autonomia, i propri limiti.

Ci provo, impostiamo un percorso di 8 settimane con trattamenti ogni 2, limito il numero dei punti trattati a solamente 2 per seduta rivalutando di volta in volta.

Al primo incontro faccio stendere Marco sul futon e, mentre chiacchiero con la mamma, mi viene l’idea di fare un un mini-trattamento Shiatsu sull’addome (Haragei 腹芸) che lo rilassa moltissimo e lo rende collaborativo. 

Solo dopo, ripensandoci, mi sono reso conto di avere inconsciamente applicato quanto imparato al corso di Shiatsu, quell'empatia "da cuore a cuore" che non può essere spiegata con le parole; Haragei in giapponese significa proprio “Intuirsi a vicenda senza rendere espliciti i pensieri”, concentrare il proprio pensiero, lo spirito e le energie vitali nell’Hara (la zona dell’addome), l’abilità di sviluppare il proprio “sesto senso”; è un’arte che veniva praticata inizialmente dai ciechi e che in seguito è stata ripresa dal Maestro Masunaga ideatore di uno dei due principali stili di Shiatsu.

A questo punto inizio il trattamento con la moxa, decido di usare il sigaro per evitare che coi conetti adesivi muovendosi possa scottarsi.

Dopo due mesi la mamma è contenta, Marco è più tonico, più vitale, anche il linguaggio è più fluente. Permane il problema dell’enuresi notturna ma si è presentato solo saltuariamente anziché tutte le notti; su questo ci lavoreremo a breve.

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