Nuovi protocolli per il rivolgimento podalico mediante la moxa

Oggi parliamo della presentazione podalica; in letteratura il punto classico per il rivolgimento podalico corrisponde a Ve67, a fianco dell'unghia del 5° dito del piede.


È una tecnica ormai consolidata anche in ambito ospedaliero dove, sempre più spesso, sia durante i corsi preparto, sia durante i normali controlli ecografici in gravidanza, all’insorgere del posizionamento podalico del feto, viene consigliata alle future mamme proprio per via della pressoché totale assenza di controindicazioni.

Fino ad alcuni anni fa si riteneva che la stimolazione di tale punto aumentasse i movimenti dell’utero favorendo la rotazione del bimbo, studi recenti hanno invece confermato che a livello energetico il punto “tira la testa verso il basso” tant’è che una volta che il feto ruota, rimane in tale posizione.

Circa le modalità di trattamento di tale punto esistono differenti teorie, dalla tecnica a "beccata di passero" col sigaro ai conetti di moxa, agli aghi riscaldati...

Anche in ambito settimana d’inizio ci sono pareri differenti, si parte dalla 25ª per arrivare alla 38ª…

Diverse sono anche le teorie circa la durata del trattamento; si va dai 15 minuti al giorno su entrambe le estremità ai 30 minuti, dal trattamento per 10 giorni a chi dice che va effettuato per almeno 20 giorni, qualcuno dice che il trattamento va fatto per 5 giorni, sospendere 2 e poi per altri 5 con nel mezzo un'ecografia di controllo...

Per esperienza personale devo dire che solitamente funziona molto bene (circa il 70% di successi) il trattamento per 10 giorni con la tecnica a "beccata di passero" effettuata col sigaro di moxa a partire dalla 32-34ª settimana per una durata di 15/20 minuti al giorno complessivi moxando alternativamente il “mignolino” sinistro e destro.

Tale tecnica ha il vantaggio di essere molto semplice da imparare e può essere insegnata al futuro papà che così potrà trattare la mamma nella comodità delle mura domestiche. Al termine dei 10 giorni un'ecografia di controllo confermerà o meno il rivolgimento del bimbo.

Ma se questa tecnica non funziona? Proprio recentemente con una coppia di futuri neo-genitori la tecnica sopra esposta non ha dato risultati; la mamma era molto preoccupata in quanto non voleva sottoporsi alla manovra di rivolgimento manuale ne, se possibile, ad un parto cesareo.

Pochi sanno che negli ultimi anni è stato sperimentato con successo un nuovo protocollo, con più punti da trattare ed effettuabile a partire dalla 34ª settimana che non viene insegnato ai papà ma effettuato direttamente dal terapista per via del non semplice reperimento dei punti; tale trattamento viene effettuato per 3 volte a giorni alterni; la percentuale di successo arriva anche al 90%.

A volte i genitori mi chiedono “ma come si fa a sapere se si è girato grazie alla moxa e non spontaneamente?” Ovviamente la risposta non c’è, ma gli studi statistici indicano che le percentuali di rivolgimento sono notevolmente superiori rispetto alle pazienti non trattate.

Ovviamente poi nessuno potrà mai garantirvi il successo assoluto del trattamento ma, prima di tentare manovre più invasive che possono anche dare addito a complicanze, perché non provare con la moxa?

Inutile dire che, con la coppia di cui accennavo sopra, la tecnica ha avuto successo ed hanno partorito un bimbo senza complicanze.

Ovviamente parlatene col vostro ginecologo di fiducia

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