Semenarca cos’è e perché non se ne parla


 

Oggi parliamo – lungamente - di un argomento che, oltre che ad essere pressochè sconosciuto come dimostrano vari studi, è ancora tabù: il semenarca.

Se il menarca femminile è noto a tutte le donne, e spesso viene “celebrato” all’interno delle famiglie o con le persone di riferimento, lo stesso non si può però dire del semenarca: la prima eiaculazione maschile, che compare solitamente tra gli 11 e i 15 anni, non necessariamente a seguito di un’erezione, di fronte al quale i ragazzi, e spesso anche i genitori, si trovano solitamente impreparati.

Perché vi parlo di questo argomento? Perché recentemente ho seguito il caso di un ragazzino che in passato aveva sofferto di enuresi notturna sino a undici anni e che avevo trattato con successo, che ora ha frequenti polluzioni notturne con anche dolori a livello genitale.

Questo evento che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta da un lato non sembra essere rilevante nella cultura occidentale e questo fa si che non tutti i ragazzi nel periodo prepubere sono portati a conoscenza del verificarsi di tale circostanza e così, d’improvviso, una notte, accade e il comportamento del ragazzo spazia dalla paura all’eccitazione; di certo c’è che, per tanti ragazzi, stando alle statistiche, è spaventoso risvegliarsi nel letto bagnati senza capire cosa sia successo (la domanda più frequente è “come lo spiego a mia mamma”) anche se la maggior parte degli uomini ha reazioni positive all’evento e si mostra curioso ed interessato rispetto a quanto accaduto.

Il problema è parlarne poi coi genitori per i quali ancora oggi, parlare di desiderio sessuale, masturbazioni, polluzioni notturne ed orgasmi rappresenta ancora un tabù, così l’adolescente anziché rivolgersi a quelle che per lui rappresentano le figure di riferimento (genitori, amici…) cerca risposte su internet/social/siti pornografici arrivando così a pensare di essere diverso dai coetanei, di non avere “le giuste dimensioni”, a pensare che il proprio corpo non funzioni correttamente e sviluppando insicurezze che a livello psicologico, crescendo, possono portare a problemi in età adulta relativi a disturbi dell’erezione, eiaculazione, rapporti sessuali…

In Italia poi abbiamo il problema che, a livello medico, in questa fascia d’età ci si trova senza una figura di riferimento per la famiglia, il pediatra è visto solo per i bambini, il medico di base per gli adulti e resta questa “terra di mezzo”, questo limbo in cui nessuno da risposte alle domande che gli adolescenti si pongono.

Pochissime persone adulte poi sono a conoscenza di come funzioni lo sviluppo maschile da un punto di vista degli organi sessuali, di cosa andrebbe tenuto sotto controllo circa i propri figli, ad esempio è praticamente ignorato il fatto che durante la prima pubertà l’eiaculato può anche non contenere sperma, oppure che il liquido seminale maschile non sia fertile (così come accade per i primi cicli femminili che spesso sono anovulatori) sia per via della piccola quantità di spermatozoi presenti che per via dell’immaturità degli stessi; infatti gli spermatozoi inizieranno ad avere potenzialità riproduttive non prima di 12-14 mesi dalla prima eiaculazione e solo dopo tale periodo lo sperma inizierà a mostrare morfologia, volume, liquefazione del seme e concentrazione di spermatozoi tipici del maschio adulto.

Sebbene dagli studi emerga che il semenarca compaia la prima volta spesso come risultato di una masturbazione, la “polluzione” involontaria notturna è al secondo posto ed è causata dall’attivazione innata del nostro orologio biologico.

Quindi sarebbe bene, a partire dal nucleo familiare sino alla scuola, fornire ai ragazzi informazioni che possano prepararli ai cambiamenti del corpo che evolve, per renderli degli adulti che sappiano dialogare col proprio corpo ed esplorarlo senza vergogna.

Proprio per tali motivi, vi invito sempre a fare una valutazione dei vostri ragazzi, anche prima del semenarca - e ancor più che per le ragazze che sono più portate, crescendo, a recarsi dal ginecologo, mentre dall'urologo/andrologo gli uomini ci vanno solo a problemi conclamati - per portarli a conoscenza dei cambiamenti che subirà il loro corpo, per rassicurarli sulla loro “normalità”, per capire se hanno qualche problema, come trattarlo o valutare se hanno qualche predisposizione a futuri disturbi, oltre che a fornire loro un luogo “sicuro” dove potersi esprimere liberamente ottenendo risposte concrete ai propri dubbi e/o domande.

PS: a, già, dimenticavo, il ragazzino di cui all’inizio ha un problema di fimosi e di difficoltà di erezione, problemi per i quali, in collaborazione con un urologo pediatrico, abbiamo già iniziato opportuni trattamenti complementari.



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