Pubertà anticipata o ritardata


A volte mi fermo a pensare com’è strano il mondo e, recentemente, ho vissuto una di quelle giornate in cui, nello stesso giorno, ho avuto due richieste opposte da due mamme: la prima mi chiedeva se è possibile intervenire per una pubertà ritardata, la seconda invece l’esatto contrario, voleva sapere se è possibile ritardare la pubertà della figlia.

La prima mamma ha la figlia, 14 anni, ancora senza alcun cenno di pubertà; dopo i regolari controlli di crescita il pediatra ha consigliato una serie di esami specifici e visite specialistiche dalle quali n’è uscita con una diagnosi molto generica del tipo “non si preoccupi, ha uno sviluppo lento… è tutto nella norma… deve solo attendere…”
Il problema è che la figlia, ormai circondata di ragazzine già con ciclo e seno sviluppato vive male la propria condizione di “diversità” tanto da rinchiudersi in se stessa in quanto si sente ancora “bambina” in mezzo a tante “ragazzine”; questo la sta portando ad allontanarsi dalle amiche evitando il più possibile di frequentare, insieme alle stesse, piscine o altri luoghi in cui potrebbero trovarsi insieme sotto la doccia o negli spogliatoi, proprio per evitare il confronto…

L’altra mamma che, invece, ha la figlia di 10 anni già alle prese con lo sviluppo del seno e peli pubici (la pediatra conferma uno sviluppo già in stadio avanzato e il menarca – il primo ciclo - entro pochi mesi), mi raccontava che aveva avuto il ciclo, a suo tempo, a 9 anni e di aver vissuto la cosa molto male complice anche un ciclo molto doloroso: lo sviluppo precoce la rendeva e faceva sentire diversa dalle altre sue coetanee e vorrebbe evitare alla figlia tale situazione.

La domanda per entrambe era: ma la medicina cinese può fare qualcosa?

Per la medicina cinese la pubertà anticipata è il fuoco che si attiva anzitempo rispetto ai cicli di 7 anni che regolano la vita femminile (i cicli sono di 8 anni per i maschietti), oppure in ritardo per quella ritardata.

Ecco allora la risposta: sì, è possibile agire, in entrambe i casi, in modo dolce e senza controindicazioni; è necessario un primo incontro di valutazione composto da un colloquio con mamma e figlia (senza dimenticare che il medesimo problema può riguardare anche i figli maschi) atto a valutare a 360° la problematica, seguito da un’accurata valutazione energetica per stabilire le disarmonie alla base di tali problematiche e decidere il trattamento migliore.

Sottolineo, ancora una volta, che la prima scelta resta comunque quella di rivolgersi al proprio pediatra; qualora poi lo specialista decida di somministrare terapie farmacologiche alle stesse si possono associare i trattamenti, ma mai sostituirli. Ovviamente qualora lo specialista non ritenga necessario intervenire si può agire anche solo con le tecniche orientali.

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